La storia di Mauro
Mauro, ci racconti la tua storia?
Il mio rapporto con la cooperativa L’Incontro è iniziato diversi anni fa. Facevo l’operaio nel centro Solaris B a Crocetta del Montello e mi ricordo che c’era ancora la lira. In quel periodo lavoravamo per ditte grosse: Benetton, Sisley e molte altre ancora. Io mi trovavo bene lì ma un giorno ho avuto un crollo.
Cosa è successo?
È difficile da spiegare: ho avuto un vero crollo fisico, non reggevo più i ritmi da operaio, non avevo più la grinta necessaria per affrontare il mio lavoro e le otto ore della giornata in fabbrica. Così per un periodo ho fatto part time ma non è bastato. E allora la cooperativa mi ha proposto di iniziare a lavorare nel CLG, il centro di lavoro guidato Solaris A, dove gli operatori e l’educatore mi avrebbero seguito di più. E così è stato. I lavori in CLG sono un po’ noiosi, ma sono alla portata di tutti.
Com’è iniziata la tua esperienza a Ca’ Corniani?
Dopo aver fatto un periodo al Solaris A ho fatto richiesta di poter passare al CLG di Ca’ Corniani, perché mi piaceva il posto. Mi ricordo bene, era un venerdì mattina quando Anna, l’educatrice del Solaris A, è venuta a chiamarmi facendomi una sorpresa: “Mauro, puoi iniziare a Monfumo!”, mi ha comunicato. Sono passati due anni da quella mattina.
Cos’è Ca’ Corniani per te?
Per me Ca’ Corniani è un buon allenamento per la riabilitazione, per tornare nella vita sociale, per non avere ansie e paure, per non sentirmi tagliato fuori, per non nascondermi, per non restare chiuso in casa. Io ero concentrato sui problemi che avevo… mi sono anche venuti i capelli bianchi! Oggi ho 48 anni e quando ho iniziare a stare male ne avevo 24 ed ero impulsivo, mi facevo prendere dall’istinto. Ora mi sento più ragionevole e meno impulsivo. A tavola con la società riesco ad esprimermi. A Ca’ Corniani ho imparato il valore del tempo e della pazienza. In questi anni ho capito che ci sono dei passaggi nella vita: a un certo punto non hai più la forza, non hai più le energie, forse per colpa della malattia. Da questo punto di vista le medicine possono aiutare ma anche togliere ulteriori energie. In CLG è importante il rapporto con gli operatori e con l’educatore: un rapporto con delle regole precise, che ci vogliono. Loro fanno il loro lavoro e io il mio. Spesso mi capita di cercare un appoggio morale, ma non è ricerca di confidenza. La solitudine interiore che provo a volte mi fa sentire il bisogno di essere ascoltato e di fare domande, magari di avere qualche risposta. Sempre nel rispetto, in buona fede e senza bugie. A volte maledico questo posto, a volte lo benedico. Di sicuro so che i problemi non sono facili da risolvere.
Quali attività svolgi a Ca’ Corniani, oltre a lavorare in CLG?
A Ca’ Corniani lavoro anche in Atelier. Da sempre ho una grande passione per l’arte. Mi piace molto dipingere anche se capita che farlo mi mandi in crisi. Questo perché in alcuni casi mi sento un artista mancato. A volte vorrei dare un taglio con il passato, ma la passione c’è. Quando ero al liceo pensavo “diventerò un artista, farò tante opere” e invece questo non è successo. Con l’Atelier ci siamo anche occupati dell’arredamento delle camere dell’Agriturismo che verranno aperte a breve. Oltre all’Atelier, mi occupo dei campus e dei laboratori con i bambini e devo dire che la sera mi sento molto soddisfatto. I bambini sono curiosi, fanno tante domande e con loro facciamo sempre attività interessanti. Siamo anche andati dal Sindaco per presentargli la mappa di Monfumo che abbiamo realizzato.
Un’ultima domanda: se dovessi raccontare Ca’ Corniani e la tua esperienza in una frase, cosa diresti?
Ca’ Cornini è allenamento per la serenità… Tutti i giorni scorrono uguali, e ben venga! Io abito a Volpago, a 25km da Monfumo: se ciapo a machina tutte e matine ghe n’è un motivo!