Buon 15esimo compleanno “Il Gelso”!
La comunità residenziale “Il Gelso”, per persone che stanno attraversando un’esperienza di disagio psichico, compie 15 anni. Era l’estate del 2006 quando, finalmente, aprivamo le porte di questa nuova comunità, all’interno di una vecchia casa di campagna ristrutturata, prima sede della cooperativa agricola Campoverde. Il grande portico è sempre stato il luogo più vissuto de “Il Gelso”, dove sedersi per chiacchierare, bere il caffè, fumare una sigaretta.
Per festeggiare i primi 15 anni abbiamo organizzato una festa a cui hanno partecipato tutti: le persone della comunità, lo staff, i professionisti e professioniste del Centro di Salute Mentale che collaborano con noi ogni giorno.
Le foto di quella sera esprimono bene la riuscita della festa, ma sentiamo anche la voce di Chiara, Matteo e Renato che, con l’occasione, mi hanno raccontato anche la loro esperienza a “Il Gelso”.
Renato
“Abbiamo fatto una bella festa, meglio dell’anno scorso. Tutto bello [anche se mancavano le chele di granchio e le olive ascolane aggiunge Matteo], abbiamo mangiato insieme e poi c’è stata una bella animazione: la figlia di Cinzia [adetta alle pulizie ndr.] a un certo punto ha preso il microfono e la sua voce ha incantato tutti.
La mia esperienza a “Il Gelso” è iniziata 2 anni e 8 mesi fa. Io qui sto bene, con i miei alti e bassi. Mi piace andare in Campoverde a dare una mano in negozio, soprattutto a Katia [commessa Campoverde ndr] che l’altro giorno mi ha regalato una mela per ringraziarmi! In comunità mi trovo bene anche se a volte nascono liti che secondo me non hanno alcun senso, ma ci sono gli operatori e gli educatori con cui mi trovo bene e ci danno delle regole. Fa stare bene seguire certe regole.
Il mio futuro lo vedo in un appartamento da 3 persone, dove poter vivere in autonomia e dove i miei figli mi possano venire a trovare quando vogliono”.
Chiara
“Io sono qui da due anni e mezzo. Il mio problema è che non riesco a controllare l’emotività. Secondo gli operatori, che considero persone con tanta pazienza e disponibilità, ho fatto passi da gigante da quando sono arrivata. Sono stati anni duri ma i benefici ci sono anche se la strada è ancora lunga.
Tra qualche giorno inizierò il tirocinio presso il CLG (Centro di Lavoro Guidato) “Il Castello” e ne sono felice anche se un po’ preoccupata.
La comunità mi fa bene, ma è il contesto esterno che a volte mi fa male”.
Matteo
“Io sono arrivato a “Il Gelso” un anno e mezzo fa. Questa comunità rappresenta per me un’opportunità per rimettermi in gioco.
Trovo importante il lavoro in Campoverde perché è un’occasione per fare qualcosa, uno stimolo, la scintilla per dire “ho un futuro perché ho la mia determinazione e l’aiuto di tante persone”.
In questo momento la mattina sto facendo un tirocinio presso una gastronomia: i ritmi sono diversi rispetto a Campoverde, c’è un po’ di pressione in più però mi piace. Poi il pomeriggio mi dedico alla palestra, per perdere i chili messi su durante il lockdown e la sera ceno con gli altri. Una bella qualità de “Il Gelso” sono gli spazi grandi, immersi nel verde e nella natura che trasmettono un senso di calma.
Secondo me “Il Gelso” non è solo comunità, è libertà di spaziare, seguire le proprie passioni. Per vivere qui bisogna avere capacità di adattamento e bisogna darsi da fare per far funzionare le relazioni. Abituarsi all’ambiente che diventa la tua casa, ed è qua che devi trovare la tua pace e la tua stabilità.
All’inizio è monotonia ma poi diventa una rampa di lancio verso il fuori. Se mi sento sicuro posso aprirmi, anche verso l’esterno. Poi bisogna tenere presente che per uscire è necessario prima stare bene: devi stare bene per poter essere libero”.
Alla fine Renato chiude dicendo “Dai, alla fine non se sta mae, basta farghe el caeo!”
“El caeo”, che per loro significa trovare un equilibrio, trovare una dimensione che li faccia stare bene.
È stato bello ascoltarli, capire la loro esperienza. Sentire “Il Gelso” non solo come struttura ma come crocevia di storie, di vita.
Quando ho chiesto a Chiara, Matteo e Renato di scegliere una parola che per loro rappresentasse “Il Gelso” mi hanno risposto: FUTURO, SICUREZZA e AIUTO.
Valentina
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CTRP “IL GELSO”
“Il Gelso” è una Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta con 20 posti che ha al suo interno anche la Comunità Alloggio “Talea”. “Il Gelso” è nata fin dall’inizio con l’obiettivo di affiancare all’attività terapeutico-riabilitativa la proposta lavorativa, per dare dignità e opportunità di reinserimento e acquisizione di un ruolo sociale alle persone. Dalla sua apertura, sono stati accolti più di 100 utenti.
Una delle attività riabilitative che impegna le persone della comunità avviene attraverso l’inserimento nell’azienda agricola Campoverde dove le persone supportano sia le attività nei campi sia le attività del negozio e del retrobottega. In particolare alle persone è proposto di collaborare nella raccolta delle verdure e nella produzione dei trasformati a fianco dei soci di Campoverde. Un progetto nato durante il lockdown e che prevedeva il confezionamento della farina e che poi si è sviluppato nei mesi successivi arricchendosi di sempre nuove attività. Le persone de “Il Gelso” si occupano anche del “giro animali” nel weekend e, nel periodo natalizio, della preparazione dei cesti e delle confezioni regalo.
Durante la settimana molto tempo è dedicato ai momenti di confronto: gruppi organizzativi, gruppi con l’educatrice, incontri con la psicoterapeuta. Da ottobre partiranno anche due nuove attività: il corso di fotografia e il corso sulle social skills.
La mission della comunità è la presa in carico globale della persona; il “prendersi cura” è frutto di un lavoro di condivisione tra l’equipe multidisciplinare de L’Incontro e il Centro Salute Mentale che ha l’obiettivo di costruire strategie di aiuto e di progettare, anche in collaborazione con il territorio, percorsi di vita con l’intenzione di rispondere ai bisogni e alle aspettative delle persone.
La quotidianità e il progetto riabilitativo vengono gestiti in modo individualizzato, perché ci piace pensare che ogni persona accolta all’interno del servizio abbia la possibilità di fare i conti con la propria vita, le esperienze fatte, i propri desideri, e possa in qualche modo sentirsi sostenuta e aiutata a stare meglio e a mettere in pratica i cambiamenti necessari per essere felici.